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Individuate nel Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto le sepolture di 5 Caduti della 1^ Guerra Mondiale

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22 febbraio 2021 -  Castel Dante di Rovereto (TN)

Individuate nel Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto le sepolture di 5 Caduti della 1^ Guerra Mondiale

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​È stato grazie al lavoro di ricerca ed analisi svolto dal personale del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, Ente istituito nel 1919 e attualmente posto alle dirette dipendenze del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che è stato possibile risalire all’identità di cinque soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale dei quali, nelle scorse settimane, erano stati casualmente ritrovati i cippi funerari.
A fine gennaio, un abitante della frazione di Pilcante (Comune di Ala - provincia di Trento), mentre scavava nel suo orto ha rinvenuto delle steli di pietra sulle quali sono scolpiti i nomi e le date di morte di cinque Caduti della Grande Guerra.
Appreso dalla stampa locale quanto avvenuto il Commissariato Generale, tra i cui compiti rientra anche quello della ricerca e del censimento dei Caduti e custodire i documenti ad essi relativi per assicurare ai famigliari informazioni sulla sorte e la sepoltura dei loro cari. In tale quadro, la Direzione Storico Statistica ha avviato, su disposizione del Commissario Generale – Generale Gualtiero Mario De Cicco – una minuziosa attività di ricerca per risalire alle reali identità dei cinque Caduti e per individuarne il luogo di tumulazione.
 Un lavoro certosino reso difficoltoso dal fatto che sono emerse discrepanze tra i nomi riportati sui cippi ritrovati nell’orto e quelli riportati nell’Albo d’Oro dei Caduti della Prima Guerra Mondiale del quale il Commissariato è detentore e depositario. Ciò è dovuto a errori di trascrizione molto frequenti all’epoca per cui sui cippi compaiono nomi che non combaciano con i dati contenuti nella documentazione in possesso del Ministero della Difesa. Una ricostruzione, avvenuta incrociando informazioni storiche, dati presenti nei registri, esame dei fogli matricolari e dei certificati di morte, che hanno consentito quindi di ricostruire la storia dei cinque soldati ai quali appartengono quei cippi. Va sottolineato che le steli di pietra rinvenute erano quelle che erano state posizionate sulla prima sepoltura dei caduti presso il cimitero di Ala. Alla fine della guerra i vari cimiteri militari vennero dismessi ed i Resti mortali dei Caduti furono esumati e inumati nei Sacrari Militari all’uopo costruiti e alla cui gestione e valorizzazione provvede il Commissariato Generale. Anche i corpi dei soldati dei quali sono riemersi i cippi vennero esumati e traslati presso il sacrario di Castel Dante di Rovereto. Le steli vennero abbandonate e qualcuno le utilizzò nei propri campi. Ora, con il ritrovamento dei cippi, tornano alla luce anche le vicende personali di cinque Caduti.
Il Commissariato Generale è riuscito ad appurare che i cippi funerari rivenuti a Pilcante appartenevano ad Aurelio Bonini, Domenico Brighi, Girolamo Di Blasi, Domenico Guzzon, Francesco Passarin.
Il soldato Aurelio Bonini, effettivo al 52° Battaglione M.T., come verificato dall’atto di morte, è deceduto il 4 febbraio 1917 lungo la strada in costruzione Marani – San Valentino in seguito a ferite riportate in combattimento e sepolto nel cimitero di Ala, nella tomba 193. Dopo essere stato esumato è stato sepolto presso il Sacrario Militare di Castel Dante, nella tomba 721. Le difficoltà riscontrate nella ricerca sono dovute al fatto che sul cippo rinvenuto nei giorni scorsi compare il nome “Eurelio Bonini”.
Il caporale Domenico Brighi, effettivo al 117° Reggimento Fanteria, deceduto, secondo quanto riportato nell’atto di morte, il 1° giugno 1916, nella casa Tognotti di Marani a seguito di ferite da schegge di granata, e sepolto nel cimitero di Ala, nella tomba 85. In seguito alla traslazione è stato trasferito presso il Sacrario Militare di Castel Dante, nella tomba 854. Le difficoltà riscontrate nella ricerca sono dovute al fatto che sul cippo rinvenuto compare il nome “Domenico Brigli”.
Il caporale Girolamo Di Blasi, effettivo al 118° Reggimento Fanteria, deceduto il 4 giugno 1916, in Val Lagarina, nella città di Ala a seguito di ferite riportate in combattimento e sepolto nel locale cimitero nella tomba numero 105. Poi è stato traslato e sepolto nel Sacrario Militare di Castel Dante, nella tomba 1698. Anche in questo caso le difficoltà di ricostruzione sono state dovute ad un errore di trascrizione. Sulla lapide compare il nome “Girolamo De Blasi”.
Il caporale Domenico Guzzon, effettivo al 208° Reggimento Fanteria deceduto per ferite riportate in combattimento il 3 giugno 1916 nell’Ospedale da Campo n. 029. Dalle ricerche effettuate è emerso che la citata struttura sanitaria nel periodo in esame operava presso il Comune di Ala. È stato poi trasferito nel Sacrario Militare di Castel Dante, nella tomba 2818. Anche in questo caso le ricerche sono state complicate dagli errori di trascrizione. Nell’atto di morte venne trascritto come Guzzano, successivamente corretto in Guzzon mentre sulla lapide appare Guzzoni.
Il soldato Francesco Passarin, effettivo al 6° Reggimento Alpini, deceduto il 30 luglio 1916 per ferite riportate in combattimento nella 37^ Sezione di Sanità che operava presso il Comune di Ala nel cui cimitero è stato sepolto nella tomba 180 per poi essere trasferito nel Sacrario Militare di Castel Dante nella tomba 2090. La difficoltà in questo caso è stata costituita dal fatto che sulla stele appare il nome “Francesco Fassarin”.
Il Commissariato Generale ha già avviato le attività finalizzate all’individuazione dei famigliari dei cinque Caduti per comunicare loro quanto appurato nel corso delle ricerche. I congiunti di questi caduti, a distanza di oltre un secolo, potranno finalmente avere la certezza di dove sono sepolti in modo da poter rendere loro omaggio. Incessante il lavoro della Direzione Storico Statistica che, ogni anno, fornisce risposte e riscontri alle richieste dei parenti dei Caduti che si rivolgono all’Ente alla ricerca di notizie. Solo nel 2020 sono state circa 1.400 le richieste pervenute a circa  1.300 delle quali è già stato fornito riscontro.

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