Ministero della Difesa

Volume 1-2-3 gennaio - giugno 2008

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(n.80) Pene accessorie - rimozione - consegue necessariamente a condanna per peculato militare.

(C.p.m.p., artt. 29, 215, 219).

Cass. Sez. 1, ud. pubbl., n. 501, 30/03/2007, Pres. Silvestri, Rel. Granero, p.m. conf, imp. Bozzoli.

La pena accessoria della rimozione consegue necessariamente a condanna per reato militare, indipendentemente dalla misura della pena irrogata.

(Omissis)

Il difensore dell'imputato in epigrafe ricorre avverso la sentenza emessa dalla corte militare d'appello, sezione distaccata di Verona, ai sensi dell'articolo 599 comma 4 c.p.p., perché il giudice del merito, nell'accogliere la concorde richiesta delle parti quanto alla pena, ha confermato nel resto la sentenza di primo grado, che conteneva anche la pena accessoria della rimozione, prevista dall'articolo 29 codice penale militare di pace.
Se non che, rileva l'unico motivo di ricorso, in primo grado l'applicazione di tale pena accessoria doveva ritenersi corretta, perché la sentenza recava una condanna a tre anni di reclusione, mentre non lo è più in seguito alla sentenza di secondo grado, che ha applicato la pena concordata, previa unificazione dei reati sotto vincolo della continuazione, di anni due e mesi otto di reclusione, inferiore al minimo previsto per l'applicazione della sanzione accessoria.
Il ricorso è manifestamente infondato. Infatti l'art. 219 del cod. pen. militare di pace prevede espressamente la sanzione accessoria della rimozione in relazione al titolo di reato (peculato militare) per il quale è stata irrogata la pena.

(omissis)